Ribelli Consapevoli, Proposta di lettura de "Il Barone Rampante"

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lix6
view post Posted on 18/7/2009, 11:30




“Una delle più indimenticabili immagini di ribellione, di rifiuto convinto, che esistano nella letteratura di questo secolo ribelle”. Questa idea di Rushdie ci spinge a riflettere sul sempre attuale libro di Calvino, per provare a definire che cosa rappresentano, anche ai nostri giorni, la ribellione, il rifiuto, l'omologazione. Tutte categorie di comportamento di cui molto si parla, ma sulle quali troppo poco si riflette. Chi è veramente ribelle? Che significa uscire dagli schemi della società contemporanea?
Partiamo dal giovane Cosimo Piovasco di Rondò, il giovane protagonista de Il barone rampante, che decide all'improvviso di passare dalle aride tavole imbandite della sua casa aristocratica, agli scomodi e ruvidi rami degli alberi della cittadina di Ombrosa. Semplicemente, per sempre. Decide di esistere sovvertendo l'esistenza, di rendere il cielo la sua terra, di invertire il sopra e il sotto, di decostruire l'ordine. E persevera, fino alla morte, senza avvicinarsi più alla linearità e alla convenzione. Istintivamente non sarebbe difficile definire Cosimo come simbolo di assoluta ribellione, senza avvertire la necessità di scavare più a fondo, ma semplicemente appoggiandoci ai suoi atteggiamenti controcorrente. Tutto questo non basta: la ribellione non è una resa all'ordine, una tacita manifestazione di dissenso, ma un'attiva, consapevole, produttiva e riflessa sfida alla società. Ecco allora che occorre evidenziare altri due aspetti del comportamento“ribelle” di Cosimo, per poterlo definitivamente considerare quale simbolo di rifiuto e sovvertimento. Il primo su cui converrebbe focalizzare l'attenzione è il suo rapporto con l'altro. Il protagonista non diventa un eremita solitario, chiuso, polemico, inavvicinabile. Pur mantenendo un distacco quasi ironico dalla realtà, una insolita prospettiva deformante, è ugualmente capace di immergersi nel mondo, di conoscere, dialogare. Vuole vivere, abbandonandosi a scambi interpersonali che lo modificano, lo completano, lo migliorano. Il secondo aspetto di una rilevanza assoluta, per la lettura che si intende proporre, è quello del suo rapporto con la conoscenza e la cultura. Cosimo studia sopra gli alberi, tanto come mai avrebbe potuto fare altrove, legge instancabilmente, diviene al contempo il più selvatico ed erudito abitante di Ombrosa. Questo studio ininterrotto ed appassionato gli consente di rapportarsi al mondo con una lucida e supportata consapevolezza, gli permette di appoggiare la sua esistenza sospesa, su dei solidi rami. Ecco allora che inizia davvero a delinearsi una figura di puro ribelle, un ragazzo che diventa uomo, mutando la propria prospettiva originaria, ma mantenendo un estremo amore per la vita, incondizionato e puro; lavora per costruire la propria identità in modo consapevole ed aperto, pronto ad accettare il consiglio del contadino più rude, come del brigante più inaffidabile. La lezione calviniana è chiara ed ancora attuale. E' questa la vera ribellione, quella che ci rende liberi, senza esiliare la nostra persona. Senza separarci dal mondo che desideriamo decostruire, ma facendocelo denudare attraverso una posizione asimmetrica. Dobbiamo rimanervi dentro, abbiamo l'obbligo di salire sul nostro albero, senza mai dimenticare di volgere lo sguardo verso il mondo e di assicurarci dei rami solidi ed autentici che ci sostengano. Ribelliamoci, ma senza lasciarci andare a facili rifiuti. Sterili, clamorosi, eclatanti: tutt'altro che ribelli.
 
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